BOEZIO

(Roma 475 ca - Pavia 524). Filosofo cristiano latino. Fu uno dei maggiori rappresentanti della cultura greco-romana nell'età dei regni barbarici. Giovanissimo patrizio, fu questore, nel 510 console, nel 522 magister officiorum. Nonostante il favore di Teodorico, f segretamente nemico del regime ostrogoto. Difese la romanità finché, accusato di essersi adoperato per la libertas romana, fu rinchiuso nella torre del battistero di Pavia. Giustiziato nello stesso carcere, morì, forse dopo torture, nel 524. Dal secolo VIII è venerato come martire. Dante nel Convivio lo chiama suo consolatore e dottore e lo colloca nel cielo del Sole. Ebbe fondamentale importanza nella formazione della cultura medievale quale tramite di temi e problemi del pensiero classico nelle forme che esso aveva assunto durante la cultura ellenistica, in particolare attraverso le traduzioni e i commenti di Platone, Aristotele e Porfirio, di cui applicò con impegno la sostanza alla filosofia e alla teologia cristiane. Si occupò, inoltre, della topica ciceroniana, delle arti del quadrivio e scrisse trattati sul sillogismo categorico e poetico. La sua opera maggiore, in prosa e in versi, è la Consolatio philosophiae. Tramite il De institutione musicae, con gli scritti di Cassiodoro alla base degli studi musicali fino alla fine del XV secolo, trasmise al Medioevo le dottrine musicali dei pitagorici greci.
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